È da quasi due mesi che ho ripreso a viaggiare in metropolitana con puntuale costanza. Era dai tempi dell’università che non lo facevo, e forse anche lì non era una vera e propria routine. Da due mesi ho scoperto un piccolo microcosmo. Quello delle ore 8.A quell’ora sono quasi tutti addormentati, il primo picco di brillantezza ce l’hanno agli ultimi quattro gradini della scala mobile per cercare di salire il più velocemente possibile su una carrozza che il più delle volte partirà 10 minuti dopo o è già partita senza di loro. C’è il ragazzo alto con le sue grandi cuffie senza fili, la babysitter che accompagna il figlio di qualche mamma troppo impegnata chissà dove, ci sono quelli che sonnecchiano e che magicamente riescono ad alzarsi alla giusta fermata. Ci sono i lettori immersi in tomi troppo voluminosi per stare in una sola borsa, le quattro “portinaie”…La sola speranza del mattino è non dover capitare sullo stesso loro vagone, riescono a sedersi sempre vicine, un plotone di chiacchiere senza sosta. Credo che non prendano neanche fiato, ma la cosa più stupefacente è come ogni mattina abbiano un argomento su cui blaterare.La ragazza che ogni giorno si trucca cercando di apparire più bella per qualche capo troppo ammiccante, quello che legge un quotidiano free press e quelli seduti al suo fianco intenti a sbirciare, il distinto uomo d’affari che rimane sulla banchina troppo a lungo per finire la chiamata con l’amante o il signore consumato dagli anni che nessuno lascerà sedere in qualche slancio di cavalleria vecchio stampo.Sembrano tutti usciti da un romanzo, “caratteri” perfetti per interpretarne uno. La cosa bella è che sono veri, esistono e quando i nostri sguardi si incontrano mi chiedo come mai non ci siamo ancora salutati. Una piccola “community”. Quelli della metro delle 8 ci potremmo chiamare. Eppure no, nessuno guarda nessuno, nessuno parla con nessuno. Passo i primi 20 minuti di viaggio a fissarli come un ebete cercando di immaginarmi le loro vite, i loro lavori, i loro drammi.Quanto è diventato difficile scambiarsi anche un solo “ehy, ciao come va?”Forse è una dimensione troppo intima anche solo per scambiarsi uno sguardo. Certo è che, se qualcosa accadesse, quel piccolo mondo, sarebbe un piccolo mondo migliore da vivere ogni mattina alle 8.