Al mio ritorno da Vancouver, al di là di quanto visto su Fifa 11, c’è una cosa che mi ha stupito su tutte. Un’azienda che ha fatto dell’ascolto online forse il suo più grande punto di forza.EA ha ospitato per una settimana persone che amano la serie Fifa, ne hanno fatta una passione, e che proprio online hanno attivato discussioni.Chiamateli influencer, hardcore gamer o semplici leader di una community, il minimo comun denominatore è uno solo. Passione.Quando un’azienda è in grado di percepirla nelle discussioni online, di capire chi è in grado di far cambiare la percezione, ha dalla sua un enorme potenziale a suo favore. Perché quelle persone, si fanno portatori sani di quanto viene lamentato, di pregi e difetti, di cambiamenti richiesti o attesi e Electronic Arts ha così a disposizione una fonte inesauribile di feedback dalla quale far partire i cambiamenti che di anno in anno caratterizzano il titolo.E’ un win-win, da una parte gli influencer sono finalmente in grado di farsi sentire e l’azienda può migliorare il suo prodotto in base al suggerimento di quest’ultimi.La cosa che mi ha lasciato sorpreso non è stata tanto questa, quanto il fatto che il team di sviluppo sia stato lì a disposizione per ore, ha preso appunti, ascoltato il gruppo di 20 persone provenienti da tutti i paesi d’Europa facendoci percepire che ogni singola parola pronunciata era per loro importante.E non era un focus group, ma una Community Week, un momento dedicato a noi, gente comune che va in un qualsiasi negozio ad acquistare un gioco e ha finalmente la possibilità di dire cosa va e cosa no.Pratica oramai diventata sempre più comune in Rete grazie ai Social Media, ma non sono poi così innumerevoli i casi in cui l’ingaggio dei propri pubblici si tramuti poi in strumento di creazione atto a plasmare una sempre migliore versione del proprio prodotto.C’è sempre da imparare.