Sala completamente vuota. Il vantaggio di vedere un blockbuster a due mesi dalla sua uscita. Parli in giro e se dici che non hai ancora visto Avatar la gente ti guarda male, ti trafigge con gli occhi, manco avessi confessato di non conoscere la tabellina del 2. Da ieri faccio parte anche io della cerchia, perciò se mi vedi con quello sguardo, sai il perché.Partiamo dal contorno. Il 3D non mi dice niente. Quasi tre ore con occhiali fatti in plastica rigida mi hanno solcato il naso, si ok, ti sembra di entrare nel film, ma almeno il naso me lo vorrei riportare a casa tutto intero.Vantaggi della tecnologia? Ne ho apprezzati pochi, realismo puro in pochissime scene dove sembra di essere una delle comparse, ma sinceramente sono convinto che si possa godere il film allo stesso modo con cui abbiamo li abbiamo sempre guardati. Avatar ha dato il là al fenomeno, ora sembra che se il film non esca anche in 3D sia solo una pellicola d’essai con incassi nulli. Concordo con la recensione di Andrea, e aggiungo che mi sembra una buona trovata per gonfiare le tasche di case di produzione e sale cinematografiche che guadagnano due volte sullo stesso film.Piccola digressione polemica sul 3D a parte, torniamo ad Avatar. Ho letto poco e mi sono informato ancora meno sul progetto di Cameron, sono voluto arrivare alla visione del film senza nessun “bagaglio di altri” e lasciare che la visione mi rapisse.Le letture che sono riuscito a dare sono queste:

  • L’Uomo che gioca a fare Dio
  • Messaggio puramente ecologista sulla distruzione del nostro pianeta da parte dell’uomo
  • Analogie con Matrix sullo sfruttamento delle materie prime terrestri e la connessa colonizzazione aggressiva per ottenerle
  • Stati Uniti, Paese invasore e imperialista che distrugge popolazioni innocenti per ottenere risorse (geografiche, materiali) strategiche

Mi piace pensare a Pandora però come ad un viaggio introspettivo, anzi, meglio, come un viaggio nella proiezione migliore di sé. E’ nel significato stesso del titolo del film. Avatar significa tante cose: “Manifestazione, incarnazione, discesa”. Forse lo sforzo di Cameron è stato proprio questo, trasmettere un messaggio con un forte sapore filosofico.La trama non è il punto forte, purtroppo non ha nulla di originale, ma anzi prende in prestito tante citazioni da altrettanti grandi classici della cinematografia hollywoodiana (buoni e cattivi, vita selvaggia contro vita reale, Pocahontas, etc.).Probabilmente ha ragione Mariarosa Mancuso de Il Foglio quando dice:

“Avatar” non cambierà la storia del cinema. Solo la classifica degli incassi.

Ma mi permetto di dire che il punto di forza non risiede nell’intreccio in se stesso, piuttosto sta nell’ecosistema costruito, un mondo affine al nostro, ma ripensato da zero, con regole, flora, fauna, lingue e specie diverse. Un attento studio e applicazione di antropologia, linguistica e biologia.Ancora una volta, ripensare a noi stessi e al nostro mondo in chiave migliore, più verde, lo stesso dei dollari sonanti.